La chiesa nel suo insieme si presenta ampia e luminosa, con una navata centrale e due navatelle laterali. La composizione della pianta è basata sulla aggregazione di forme geometriche semplici poste in successione lungo l'asse longitudinale. Il quadrato risulta essere la caratteristica compositiva della planimetria della chiesa.DSCN0189 resize
I corridoi corrispondenti alle tre navate si sviluppano in leggera salita, catturando lo sguardo dei fedeli verso la "macchina", il maestoso altare architettonico dove è posta, molto in alto, la statua della Vergine Assunta, colpita di giorno da una luce bianca che proviene dalle finestre laterali, ma che è resa azzurrina dal riverbero del fondale celeste. L'architettura interna è dettagliata in tutte le sue parti. L'uso dei colori tenui, quasi pastello per la loro nitidezza, ne aumenta la spazialità verso l'alto. Il pavimento della navata centrale, demarcato da un corridoio in marmo grigio, aumenta l'effetto prospettico nella direzione dell'altare maggiore. La struttura muraria di questa navata è costituita dai pieni dei setti murari e dai vuoti degli arconi che sboccano nelle due navatelle laterali. La successione degli archi ai lati di essa crea una prospettiva verso l'altare maggiore con il concorso delle decorazioni architettoniche: lesene, pilastri, modanature degli angoli e degli archi della navata, con l'aggiunta del ricco cornicione d'imposta della volta.
Il passaggio tra la navata centrale e il presbiterio è mediato dall'arco trionfale, sulla parte superiore del quale campeggia l'ornamento in stucco colorato degli angeli che portano in gloria il nome della Vergine SS. Assunta eseguito nel 1870. L'infittirsi delle lesene ai lati dell'arcone principale accentua ulteriormente il disegno prospettico rendendolo molto suggestivo.
Il presbiterio è coperto con delle volte a vela e la luce proveniente dalle finestre laterali crea l'illusione di una cupola profonda dilatando lo spazio verso l'alto. Anche questa decorazione risale al 1870. L'interno presenta una moderata decorazione barocca: capitelli corinzi, angeli in stucco a gruppi di tre posti sugli arconi laterali, volute ecc.. Appena dentro la chiesa, sulla sinistra, vi è il fonte battesimale montato su di una colonna in marmo a forma di cuspide di rame, donata alla chiesa, nel 1966, da Nazzareno Figliuzzi.
DSCN0228 resizeA sinistra della navata centrale si erge, maestoso, il pulpito con, sotto, gli stalli in legno dove prende posto il seggio priorale uscente.
Accanto alla controfacciata, ai due lati del maestoso portale, eseguito dal Vaccaro di Soverato, due piccole porte immettono alle due torri campanarie. Quella a sinistra è munita all'interno di scale, che portano in cima al campanile; l'altra, invece, presenta uno spazio libero per consentire, in caso di necessità, l'abbassamento delle campane. Nel campanile di destra rispetto alla facciata della chiesa, sono installate tre campane tra cui la campana del Cristo Risorto, che si affaccia sul sagrato della chiesa, ordinata e fusa dalla Congrega con l'immagine in bassorilievo del Cristo e della Vergine Maria.
L'interno è un vasto edificio con nove altari. Nella navata di sinistra vi è una nicchia con la statua di S. Antonio; segue il I" altare con la statua di S. Rocco; il II" altare è dedicato ai SS. Cosma e Damiano; il III° altare al SS. Crocifisso con accanto l'altare del Cuore di Gesù e S. Margherita Alacoque. Nella navata di destra vi è la nicchia con  la statua di S. Anna con in braccio Maria bambina; segue il V° altare con la statua di S. Francesco di Paola; il VI0 con la Madonna del Carmine e il VII" con S. Giuseppe. L'arredo testimonia l'integrazione con l'architettura e la ripetizione di linee da un registro all'altro crea una visione unitaria.
Nell'organizzazione interna dello spazio assume particolare significato anche il moderato artificio decorativo (stucchi e indorature), poiché crea una sensazione di espansione oltre le pareti, per allargare illusoriamente i limiti dell'involucro. Gli ornamenti (stalli, lampadari, stucchi, l'arredo ligneo e lo splendido baldacchino posto sull'altare maggiore) assumono un'importanza, oltre che di carattere pratico, anche simbolico decorativo.
Nella navata centrale a destra vi sono gli stalli, dove prendono posto i confratelli; seguono gli stalli dove siede il seggio priorale in carica e più avanti; vicino all'altare; gli stalli dove prendono posto gli ex-priori. Di fronte al seggio priorale vi sono gli stalli dei componenti il seggio priorale uscente, alla loro sinistra gli stalli degli ex-consultori e alla loro destra gli stalli dei confratelli. Di recente sono stati tutti restaurati, insieme a quelli situati nel coro, dal maestro Luigi Manno di Serra S. Bruno.DSCN0224 resize
Dietro l'altare, nel coro, trovano posto gli stalli addossati alle pareti, con al centro la struttura che consente alla statua della Vergine di abbassarsi dall'alto della "macchina" con l'ausilio di un congegno a leve meccaniche
Sui quattro pennacchi della cupola che si innalza nel coro vi sono gli evangelisti, eseguiti in stucco e malta dal maestro Salvatore De Francesco nel 1963. Al centro, un rosone fa da chiave alle vele, separate da quattro costoloni. A destra dell'altare vi è l'ingresso che immette nei locali della congrega.
Al primo piano si trova la stanza delle riunioni, dove i confratelli si ritrovano insieme al Priore dopo la messa della "coronella" e si intrattengono in discussioni riguardanti l'attività della congrega. Nei locali della Confraternita si conservano i paramenti sacri indossati dal clero nelle feste solenni come Pasqua, Natale, Capodanno ecc.
A sinistra dell'altare c'è l'ingresso che introduce alla sagrestia parrocchiale, dove opera il sacerdote che riveste la carica di Padre spirituale della Confraternita.
Al piano superiore è ubicato l'ufficio della parrocchia, dove si conservano diverse statue in gesso e in legno: la statua di Gesù Risorto (in gesso) viene esposta la sera del sabato santo; la statua della Vergine Immacolata (in carta pesta) viene esposta a maggio durante la novena; la statua della Madonna del Rosario (in legno) si espone per tutto il mese di ottobre; la statua di S. Stefano (in carta pesta) si espone il 26 dicembre; infine la statua di S. Lucia si espone il 13 dicembre.
DSCN0230 resizeAppena entrati in chiesa, nella controfacciata, su di un piano sopraelevato, si trova l'organo monumentale, di recente restaurato. Dalla sua balconata si può godere, in direzione dell'altare maggiore, di una vista molto suggestiva specialmente durante le feste solenni, quando la chiesa si presenta tutta illuminata. Questa balconata, in legno, presenta dei pannelli decorati. In quello di sinistra è dipinta una cetra con delle carte da musica e in quello di destra un violino con altre carte da musica. Al centro fa spicco il simbolo della Vergine Maria Assunta su campo azzurro. Queste pitture, eseguite nel 1994, sono opera della pittrice serrese Rossana Gambino. Ai lati dell'organo spiccano due angeli musicanti con cetra e violino, commissionati dal sacerdote Vincenzo Regio al pittore serrese Domenico Lojacono nel 1994.
Nella navata centrale i finestroni sono muniti di vetrate colorate che riproducono, a destra, i santi Biagio, Lucia, Giovanni e la Vergine Maria e, a sinistra, i santi Bruno, Marco, Matteo e Cristo con gli apostoli durante l'ultima cena.
L'interno della chiesa di giorno riceve luce da otto grandi finestre di-sposte alle pareti laterali che illuminano tutta la navata centrale, mentre le navatelle sono illuminate da finestre più piccole, due delle quali sono circolari, mentre il coro è illuminato da due alte finestre che propagano la luce a tutto lo spazio interno.
Nelle diverse ore della giornata, nella chiesa, la qualità e la tipologia della luce naturale cambia continuamente e modifica la percezione dei piani architettonici, al punto che lo spazio edificato e la luce naturale si integrano perfettamente. Problema, questo, non sempre di facile soluzione nella costruzione di edifici sacri.DSCN0194 resize
La luce, al di là della sua fisicità, riveste un valore altamente simbolico e liturgico. Come sottolineano diversi passi delle Sacre Scritture, essa emerge non come fenomeno materiale ma come "segno" della presenza di Dio. Verso sera, in chiesa, si percepisce un'atmosfera di semioscurità; la luce insiste fendendo l'oscurità e cercando di imporre il proprio potere. Seduti e con lo sguardo rivolto verso la bella statua della Vergine Maria Assunta, è naturale la riflessione sulla dualità ombra-luce e di conseguenza sul suo richiamo religioso: pentimento e redenzione, peccato e salvezza. Mentre la parte bassa della chiesa resta invasa dall'ombra, la parte alta può ancora godere del riverbero dei raggi solari che penetrano dagli alti finestroni colorati e che, affievolendosi negli ultimi bagliori, penetrano nell'arcone trionfale facendo piovere nello spazio della cupola un copioso flusso di luce che arricchisce e accende la macchina d'altare di cangianti cromatismi e ne dissolve la consistenza strutturale. Nella chiesa la luce naturale non giunge mai diretta. La luce diretta e immediata non fa bene allo spirito, poiché l'anima non ha paura della luce ma ha paura di essere illuminata.
All'interno dell'edificio sacro non si ha percezione della vita quoti-diana che si svolge fuori, perché le finestre sono alte e riflettono lo spazio del cielo, sicché qualsiasi visione dell'esterno è preclusa. An-che i rumori sembrano un remoto ricordo: si ha la sensazione di es-sere in uno spazio protetto, isolato e profondamente intimo.
L'illuminazione artificiale della chiesa è prodotta da poche candele e dall'energia elettrica. Questo tipo di illuminazione è dosata in tutte le sue componenti e consente di definire, attraverso la sua densità, il valore architettonico delle strutture interne e dello spazio.
I corpi illuminati sono costituiti da nove grosse sfere di vetro bianco pendenti dall'intradosso dell'arcone principale che si apre davanti all'altare maggiore e fa da cornice alla grande macchina d'altare. Esse diffondono una luce bianca, la cui funzione non è quella di rischiarare del tutto lo spazio dell'edificio, ma di dare luminosità alla navata centrale allo scopo di rendere lo spazio percepibile nelle sue dimensioni sia reali che illusorie. Le altre luci, come le dieci candele con bulbo a lampadina poste sull'altare e le due grandi sfere bianche fissate ai due lati dell'arcone principale, concorrono a graduare l'intensità luminosa e a rafforzare le strutture per esaltarne il significato architettonico. Da ognuno degli arconi laterali pende una sfera bianca che illumina con luce diffusa le navatelle.
La luce prodotta dalle poche candele presenti è più fioca ma più significativa ai fini del valore simbolico di cui carica l'ambiente della chiesa. La luce elettrica sotto forma di candele (14 in tutto), che illuminano le stazioni della passione del Cristo, è un surrogato sicura-mente più pratico, ma in un certo senso spoetizzante. Due grandi e raffinati lampadari in vetro sono posti uno all'ingresso e l'altro da-vanti all'arcone dell'altare, con le luci sistemate a spirale che culmi-nano verso l'alto in direzione della volta a botte, al centro della quale campeggia la tela circolare dell'Assunzione di Maria Assunta dipinta dall'artista serrese Venanzio Pisani.
Vi sono poi una serie di faretti, dislocati in alto, poggiati sul cornicione e direzionati nei punti più significativi della chiesa.
Di sera le luci, tenute basse, creano una semioscurità che mette in risalto le due lampade rosso-scuro, alimentate dalla fiamma delle candele, che anticipano la presenza, al centro, dello spazio sacro. Nelle due navatelle la variazione estrema della luce coinvolge in parte la navata centrale, lasciando l'altare più in ombra, mentre la penombra sembra avere lo stesso valore spaziale della luce.
DSCN0192 resizeLa ricchezza evocativa dell'oscurità acuisce la percezione del fedele soprattutto nell'osservazione delle belle statue, allineate in successione alle pareti, che adornano gli altari. Nella chiesa quindi non vi è mai un eccesso di luce, né quando penetra naturalmente, né quando è prodotta artificialmente.
Ad esclusione delle cerimonie solenni, quando vengono accese tutte le lampadine della macchina (400 in tutto) dove è posta la Madonna, si può dire che l'illuminazione è calibrata in rapporto al contrasto tra ciò che l'occhio e l'animo sono in grado di percepire ed immaginare.
L'interno, "baroccheggiante", può definirsi ricco non tanto per la presenza di elementi decorativi, quanto per lo sfruttamento del colore che impreziosisce materiali come lo stucco e le superfici maltate che rivestono lo spazio e annullano la nudità delle strutture murarie. Esso quindi, rispetto alle altre chiese di Serra, è moderatamente decorato e non dà la sensazione di uno spazio frantumato, dell'angoscioso sgomento del vuoto. L'eccessiva ricchezza decorativa, soprattutto delle chiese barocche, è spesso una maschera che nasconde il bisogno, lo sforzo, a volte drammatico, di unificare lo spazio. L'interno dell'Assunta di Spinetto al contrario presenta una decorazione che tende all'essenziale e che costringe la luce a scorrere con ritmo regolare e senza accelerazioni, come avviene invece nelle ossessive decorazioni barocche.